Biografia

Con il suo primo disco la pianista italiana Pina Napolitano ha fatto immediatamente furore all’inizio del 2012: scelto da Norman Lebrecht come il “CD della settimana” e come uno dei migliori dischi del 2012 su Sinfinimusic.com, è stato definito “straordinario” da Guy Rickards (International Piano Magazine), che sottolinea nel suo modo di suonare “una forza di tensione sua particolare”, e ha ricevuto cinque stelle da Calum MacDonald nel BBC Music Magazine, per la “rara penetrazione, comprensione, grazia ed eleganza”.

Dopo essersi diplomata in pianoforte sotto la guida di Giusi Ambrifi, Pina Napolitano ha studiato per più di dieci anni con Bruno Mezzena presso l’Accademia Musicale Pescarese, conseguendo i diplomi di perfezionamento triennali in Pianoforte e in Musica del Novecento per Pianoforte. Ha seguito masterclass di perfezionamento in pianoforte e in musica del Novecento con Bruno Mezzena in Svizzera, Inghilterra e Italia, e masterclass di analisi musicale di musica del Novecento e del XXI secolo per pianoforte con Giacomo Manzoni e Hugh Collins Rice (Oxford University).

Pina Napolitano ha riscosso successo con performance di Liszt, Ravel e Bartók, tuttavia da qualche tempo al centro della sua attenzione si trova la Seconda Scuola di Vienna. A differenza di molti interpreti, Pina Napolitano considera questa musica un’avventura non tanto intellettuale, quanto emozionale ed espressiva, caratterizzata da “una congiunzione perfetta tra dissezione microcellulare e una sensibilità espressiva quasi straziante” (Ritmo), “un romanticismo inebriante a un tempo irresistibile e inquietante” (Arts Desk).

Pina Napolitano si esibisce regolarmente in concerti in Europa, Stati Uniti e in Russia. La sua musica è stata trasmessa da Radio France Classique e in diretta su Rai Radio3 e BBC Radio3. A ottobre 2016 è stato pubblicato il suo secondo disco con Odradek Records, dedicato al concerto per pianoforte di Schoenberg op. 42 affiancato al terzo concerto di Bartok con l’Orchestra Sinfonica di Liepaja, Lettonia: “Pina Napolitano allows the listener to be able to feel utterly at home in the work with what seems like little effort” (Gramophone), “a performance as musical as it is crystalline” (Thierry Vagne), “proof that dodecaphonic music can be both melodic and moving” (Graham Rickson), “a little as if we were dealing with scores of the nineteenth century reshaped into modern works” (Crescendo), “an account no less impressive than Uchida’s or Brendel’s…” (Guy Rickards, Musical Opinion). Il concerto è stato eseguito con la Liepaja Symphony Orchestra nel 2016 a Rundale Palace, e di nuovo nel febbraio 2020 con l’orchestra Sinfonica di Milano LaVerdi diretta da Pietro Borgonovo.

Il 2018 ha visto l’uscita di un nuovo disco da solista, che esplora le connessioni tra la musica di Brahms e quella di Berg e Webern: “Napolitano’s touch, which is at once forceful and seductive, helps bind everything together on this very enjoyable disc,” (Michael Church, BBC Music Magazine), “a masterful disc… where the fullness of timbres is matched only by the mastery of musical conception” (Thierry Vagne). “Superbly produced, recorded and with carefully considered repertoire, this is a disc of intense, infinitely rewarding music… This is great Brahms, up there with Gilels” (International Piano). “These seven beautifully played works seek to illustrate the titular essay by Schoenberg… The segue from his Op 27 Variations back into the tonal paradise of late Brahms is poignant” (Sunday Times). ” What a magical transition!…” (Gramophone), “the deep Brahmsian affinities of Berg and Webern feel neither forced nor artificial” (Diapason 5*),  in a performance of “incredible sensitivity, understanding, elegant and expressive playing…” (MDR).  Her “aerial playing, especially noticeable in Berg’s sonata No. 1, works wonders… Through this disc, the pianist tells us that the past never dies. And we can only agree…” (Hebdoscope).  “Echoes of the past and reflections on modernity are at once conservative in form and progressive in style” (PianoNews). Recensendo entusiasticamente la sua performance di questo programma a St John’s Smith Square (Londra) Mark Berry ha scritto:  “Nothing was overstated: instead, we were made to listen.”  Il disco ha ricevuto il premio “Record Geijutsu” in Giappone nell’agosto 2018, 5 stelle nell’International Piano Magazine, and cinque Diapasons in Francia.

Il suo entusiasmo per il concerto di Schoenberg l’ha portata a commissionarne una riduzione per un ensemble di 14 elementi al compositore britannico Hugh Collins Rice. La riduzione è stata eseguita per la prima volta preso l’Ehrbarsaal di Vienna nel febbraio 2016, con la New Vienna International Symphony Orchestra, diretta da Georgi Nikolov, e successivamente a Pescara nell’autunno 2016 con l’ensemble Colibrì, nel febbraio 2017 in Inghilterra, a Oxford (Sheldonian Theatre), Londra (Cadogan Hall) e Cambridge (West Road Theatre) con Façade Ensemble, diretto da Benedict Collins Rice. Nel 2022, ha registrato questo arrangiamento del concerto con l’Orchestra del Wiener Concertverein, sotto la direzione di Michael Zlabinger. L’uscita del disco è prevista per il 2024.

Il suo quarto album, pubblicato nel 2020 e intitolato Tempo e Tempi, affianca Night Fantasies e Two Thoughts about the Piano di Elliott Carter alle sonate op. 110 e 111 di Beethoven. Selezionato come “Best Contemporary Classical Album of the Year” nel 2020 dal Times, ha ricevuto cinque stelle per performance e recording da BBC Music Magazine, che lo ha definito “A provocatively brave album”, e una serie di recensioni entusiastiche a livello internazionale (“… Napolitano shines … ”  (Wiener Zeitung), “… brilliantly executed … Vividly recorded … vigorous yet precisely pointed…” (The Sunday Times), “Plus qu’intéressant, un disque passionnant.” (Musique Classique & Co), “Touch, phrasing, dynamics are not so much instruments of an expressive intention – also! – but above all the picklock to force open the musical architecture and penetrate into the composer’s workshop, where the intellectual roots of song are finally recognized” (Classic Voice, 5*, Disco del Mese), “Napolitano’s performance of the Carter Night Fantasies boasts unflagging confidence and simply exudes authority… one never doubts the greatness of the piece, or of the performance… This is mature Beethoven playing that, Furtwängler-like, keeps the large-scale always in view…” (Fanfare), “…un disco denso ed entusiasmante da ascoltare…” (OperaClick).

L’album più recente, Brahms the Progressive, vol. 2, pubblicato nel 2022, presenta il concerto op. 24 di Webern insieme al Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Brahms, registrato a Vilnius con la Lithuanian National Symphony Orchestra diretta da Modestas Pitrėnas. “An almost poetic dramaturgy… an immense amount of emotion… glows with poetic elegance…” (Pizzicato), “…Napolitano… shines as a member of Webern’s nonet as well as commanding proceedings in Brahms’ huge solo part… fine, poetic playing…” (International Piano), “superb in its clarity and color… one has the impression of rediscovering certain aspects of the score. Hats off to her!” (Musique Classique & Co), “a real and unexpected pleasure.” (BBC Music Magazine), “no sense of struggle… Napolitano’s fingerwork operates at its graceful, supple best… her dynamic range and burnished sonority truly blossom…” (Gramophone), “the very personal and almost analytical approach to Brahms’ masterpiece is singular… the Webern Concerto played with obvious mastery” (Classique c’est coul), “una delle interpretazioni più liriche che ci sia mai capitato di ascoltare. Brahms the Progressive vol. 2 è un disco che fa venire voglia di affidarci mano nella mano a Napolitano per lasciarci condurre ovunque ci voglia portare sul cammino dei dodecafonici. E attendiamo con impazienza il vol. 3” (OperaClick).

Agli studi musicali Pina Napolitano ha affiancato quelli umanistici: dopo essersi laureata con il massimo dei voti e la lode in Filologia Classica e poi in Lingue e Culture dell’Europa Orientale presso l’Università Orientale di Napoli, nel 2010 ha concluso il Dottorato di Ricerca in Letteratura Russa presso la Seconda Università di Roma. Ha pubblicato un articolo sul ciclo di Šostakovič “Sei poesie di Marina Cvetaeva” op. 143, in cui esplora le connessioni tra testo poetico e musicale, e ha tradotto per la casa editrice Voland i Taccuini di Marina Cvetaeva, con cui ha vinto il “Premio Italia-Russia. Attraverso i secoli” nel 2014 come “migliore prima traduzione” dal russo in italiano, e il volume di poesie di Marina Cvetaeva Ultimi versi,1938-1941. Ha pubblicato nel 2017 un libro dedicato alla poesia tarda di Osip Mandel’štam (Firenze University Press), e di Mandel’štam ha tradotto insieme a Raissa Raskina i Quaderni di Mosca per Einaudi nel 2021. È stata la vincitrice del 2021 della “Paul Celan Fellowship for Translators” presso l’Istituto per le Scienze Umane di Vienna (Institut für die Wissenschaften vom Menschen).

Pina Napolitano insegna attualmente pianoforte principale presso il Conservatorio Martini di Bologna, dopo aver insegnato presso il Conservatorio Torrefranca di Vibo Valentia, l’ISSM Braga di Teramo, e il conservatorio Santa Cecilia di Roma.