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“Leggere i Taccuini di Marina Cvetaeva è catapultarsi in un mondo di intellettuali famosi, attori squattrinati e aristocratici decaduti che si muovono in una Mosca, per quei tempi, sorprendentemente bohémien. È una corsa a forte velocità nella vita di una tra le voci più alte della poesia russa, senza tralasciarne nessun aspetto: letterario, familiare, amoroso, sessuale. Marina Cvetaeva fin da piccola riempie taccuini di memorie e versi. In quei piccoli quaderni che spesso è lei stessa a cucire, foglio su foglio, riversa la sua anima senza censure. Questi, tradotti da Voland per la prima volta in italiano (Taccuini 1919 – 1921, in libreria dal 27 febbraio) coprono un arco di tempo che va dal novembre 1919 al marzo 1921.”
21 febbraio 2014